Rapporto AIC "Calciatori sotto tiro": Tommasi: "Punto di partenza" - I AM CALCIO BENEVENTO

Rapporto AIC "Calciatori sotto tiro": Tommasi: "Punto di partenza"

Il Presidente Aic Tommasi
Il Presidente Aic Tommasi
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È stato presentato, oggi nella sede della FIGC a Roma, il primo Rapporto “Calciatori sotto tiro”, a cura dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Calciatori, alla presenza del Presidente AIC Damiano Tommasi e del Direttore generale Gianni Grazioli, del Presidente FIGC Giancarlo Abete, del Presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi e dell'Onorevole Filippo Fossati. Il Rapporto analizza i casi di intimidazioni, minacce e violenza subiti da calciatori professionisti e dilettanti nel corso della stagione 2013/14, esaminandone la provenienza geografica, culturale, sportiva e sociale, nonché la tipologia di episodi che, troppo spesso, sono catalogati come “effetti collaterali” del lavoro del calciatore.

"Questo Rapporto" - ha spiegato Tommasi - "non vuole solamente mostrare un lato negativo del mondo del calcio, ma essere un punto di partenza per cambiare mentalità ed invertire un trend che fa apparire come 'normale' la contestazione, la minaccia e la violenza come parte integrante della professione del calciatore".

Il lavoro dell'Osservatorio che AIC, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha realizzato su questo delicato tema, nasce con l'obiettivo di diventare strumento fondamentale per analizzare una problematica che non può essere né sottaciuta né sottovalutata, ma che va conosciuta ed affrontata con proposte e strumenti adeguati.

"Abbiamo cercato di censire, in un arco temporale di una intera stagione, tutti quegli episodi che solitamente fanno notizia solo pochi giorni per poi finire nel dimenticatoio" - ha sottolineato Pierpaolo Romani, coordinatore di Avviso Pubblico che ha collaborato alla stesura del Rapporto."Tra i molti dati analizzati balza certamente all'occhio che le intimidazioni sono rivolte in percentuale più all'intera squadra (65%) che al singolo calciatore (35%), e che la minaccia arrivi nel 47% dei casi dai propri tifosi".

Pubblicare un report annuale significa anche sensibilizzare i calciatori sul problema e contribuire a far prendere consapevolezza all’opinione pubblica di quanta violenza esista ai danni di calciatori professionisti e dilettanti (più di un terzo dei casi coinvolge questo settore) da parte di soggetti che sempre più spesso sono parte attiva della vita delle società calcistiche.

"Come comitato scientifico" - ha detto il Direttore organizzativo AIC Fabio Poli - "abbiamo studiato il quadro normativo italiano per capire se il tanto decantato modello inglese sia così distante. In realtà in Italia leggi efficaci ci sono, purtroppo non c'è la certezza della loro applicazione".

"Il quadro normativo italiano è senza dubbio migliorabile" - ha aggiunto Abete - "ci vogliono nuove forme di contrasto, ma rimane un problema soprattutto di comportamenti, di rispetto, di cultura e di lealtà".

"La politica deve uscire dall'emergenza su questo tema" - ha concluso l'on. Fossati - "Non si può annunciare drastici provvedimenti e giri di vite a margine di un episodio grave, per poi fare un passo indietro. Ci vuole un attimo di riflessione, cercando di studiare il fenomeno coinvolgendo tutti i soggetti, dai calciatori ai responsabili dell'ordine pubblico, a chi lavora nelle istituzioni del calcio fino ai tifosi stessi. La parte repressiva è importante, ma se dobbiamo investire investiamo sulla parte investigativa: i tornelli agli stadi, la tessera del tifoso e i daspo avranno una loro validità, ma la parte investigativa ci servirebbe invece per capire le connessioni del calcio con la criminalità organizzata".

Dal Brasile intanto, anche il capitano azzurro e Vicepresidente AIC Gigi Buffon ha voluto dare una testimonianza diretta sull'argomento postando sul proprio sito questo messaggio: "Sono casi già noti alla stampa ma messi tutti insieme fa davvero rabbrividire leggere di tanta violenza e intimidazione nei confronti di giocatori la cui unica colpa la maggior parte delle volte è quella di non essere riusciti a vincere una partita. Tutto questo non è normale! Non è normale essere minacciati fisicamente per una retrocessione o per aver sconfitto sul campo la propria squadra del cuore. E forse la cosa che più mi rattrista è leggere che quasi la metà di queste azioni arrivano dai propri "sostenitori", da coloro che dovrebbero con il loro calore e affetto trasmettere quella marcia in più alla squadra. Serve un cambio di mentalità e serve subito. Perchè questo non è tifo. Questo non è normale".

Comunicato AIC

Matteo Boser