Benevento 5. Di Fede: "Futsal importante nella formazione dei giovani"

A margine della presentazione della stagione 2024/25 del Benevento 5, la prima in Serie A1 per il sodalizio giallorosso, abbiamo rivolto qualche domanda al presidente Pellegrino Di Fede. Queste le sue parole ai nostri microfoni:
Presidente, è di oggi la notizia della creazione del "Consorzio della Lega Serie A di Futsal", del quale il Benevento 5 farà parte. Come giudica questa notizia e quali saranno le funzioni del Consorzio?
Il Consorzio sarà utilissimo al movimento perché il Calcio a 5 nasce dal dilettantismo ma è proiettato verso il professionismo ed è proprio in questo percorso che la nuova istituzione vuole coadiuvare la Federazione. Rispetto al calcio a 11, nel quale si vedono ogni giorno lotte di potere tra le leghe e la Federazione, abbiamo una mentalità più aperta ed il nostro scopo è proprio aiutare la Federazione laddove dovesse sbagliare, correggendo quegli errori mettendo a disposizione soluzioni e conoscenze.
Il Calcio a 5, negli ultimi anni, è salito sempre più alla ribalta anche grazie alla trasmissione dei match della Serie A1 su Sky. Quanto è stato importante per la diffusione della disciplina questo salto a livello mediatico?
Indubbiamente lo sbarco su una piattaforma di importanza internazionale come Sky ha portato i suoi frutti all'intero movimento del Futsal. Sicuramente anche Sky può fare ancora di più per il Futsal in termini di spazio concesso ma siamo solo agli inizi del percorso e tutto è migliorabile anche da parte nostra.
Il fatto di essere partiti dal gradino più basso delle serie del Futsal ed essere arrivati al top nazionale solo con le vostre forze, pensi possa fare bene anche alle Nazionali di Futsal in termini di produzione di nuovi calciatori?
Penso che il problema più grande del calcio italiano, sia a 11 che a 5, sia proprio questo: non si parte più dal basso, c'è un giro di soldi e si va in giro per il mondo a cercare calciatori già formati. Questo non aiuta: bisogna partire, come hai detto, dal basso, fin dalle scuole calcio introducendo fin dall'inizio il futsal. In Sudamerica, ad esempio, fino ai 12 anni basano la formazione solo sul futsal, poi dopo i ragazzi possono scegliere verso quale disciplina orientarsi maggiormente. Comunque, anche qualora dovessero scegliere il calcio a 11, avranno appreso importanti fondamentali come la tecnica, la rapidità e i tempi di reazione in spazi ristretti. Pensiamo all'Italia: oggi se un calciatore è alto 1,50 m e non ha l'abilità di Messi non viene preso in considerazione dai grandi club perché si preferiscono solo calciatori strutturati fisicamente e dotati di gamba, il tutto a scapito della tecnica che, duole dirlo, nella nostra nazione latita sempre di più. Basti pensare che il nostro ultimo vero "numero 10" è stato Francesco Totti.