Benevento. Inzaghi: "Alleno per passione ma non mi sento un profeta"

Mister Pippo Inzaghi, allenatore del Benevento, ha rilasciato al Corriere dello Sport una lunga intervista nella quale parla della sua carriera da allenatore, del momento della compagine giallorossa e di alcuni dei protagonisti delle ultime due stagioni. Questo un estratto delle parole del tecnico della strega.
TALENTO E ALLENAMENTO - Quanti calciatori di talento abbiamo visto perdersi per strada? Di contro abbiamo visto tanti giocatori cosiddetti normali arrivare a traguardi importanti. Questo significa che avere talento non basta se non lo alleni con serietà.
IL BENEVENTO - Ho giocatori forti, un gruppo sano, una società che mi da fiducia e mi fa lavorare al meglio. Io porto la mia impronta calcistica e le mie regole. Io non devo vendere nulla: alleno per passione e penso solo a mettere la squadra nelle condizioni giuste perché possa dare il meglio. Lo scorso anno avevo una squadra più forte delle altre e potevo giocare in un certo modo; quest'anno, invece, dobbiamo avere la giusta compattezza per reggere l'urto contro la Serie A. Voglio che la mia sia una squadra moderna, che sappia attaccare e difendere a seconda dei momenti della partita.
LETIZIA - Purtroppo si è fatto male nel suo momento migliore, quando per lui si parlava anche di nazionale. E' un ragazzo vero, come tanti nel nostro gruppo: senza persone così non si ottengono i record dello scorso anno.
SCUDETTO - Vedo favorita la Juventus anche se il Milan non è più una sorpresa. L'Inter, non avendo più la Champions e con la rosa a disposizione, non può non lottare per il campionato. La Lazio e il Napoli sono le outsider. Anche l'Atalanta mi ha molto impressionato.
LA SALVEZZA ED IL CROTONE - Torino e Fiorentina sono in quella posizione di classifica diciamo per sbaglio, non le conto nella lotta per la salvezza. Domenica a Crotone sarà una partita difficile contro una squadra che ha necessità di punti. Mi spiace sentire di Stroppa in bilico: comprendo le sue difficoltà.